Piantiamo un albero a Ni’lin in Cisgiordania

Mercoledì 30 novembre si è tenuto l’incontro con Saeed Amireh, del Comitato Popolare di Resistenza contro il muro dell’apartheid che attraversa il territorio di Ni’lin, 27 chilometri da Ramallah; Saeed è riuscito ad ottenere un visto di sei mesi e sta girando l’Europa per raccontare quello che sta accadendo in Cisgiordania, l’incontro a Carrara è stato organizzato dall’Arci Massa Carrara, Francesca Solari ed Elisabetta Buttiglione.

SAEED AMIREH, arrestato quando aveva diciasette anni per aver preso parte a manifestazioni pacifiche, racconta quello che sta accadendo a Ni’lin dal 2004, anno in cui inizia la costruzione del muro. Gran parte del territorio di Ni’lin era stato annesso al nuovo stato di israele nel 1967, privando la Comunità di una buona fetta di terreno agricolo necessario al suo sostentamento. Nel 2004 inizia la costruzione del muro “per ragioni di sicurezza”, avanzando ancora rispetto alla linea di confine del 1967, e con esso iniziano le manifestazioni pacifiche degli abitanti, che occupano giorno e notte le zone interessate dal cantiere, indispensabili per la loro economia contadina. In questo modo riescono a proteggere circa 1.500 ettari. Nel 2008 lo stato d’israele ricomincia l’opera di costruzione e si formano nuovi Comitati di resistenza pacifica in ogni villaggio, con la collaborazione di attivisti internazionali e degli anarchici israeliani. Il 27 maggio 2008 c’è la prima manifestazione, dispersa con spari di proiettili di gomma che causano tre feriti gravi. Da quel momento l’esercito israeliano inasprisce le misure: coprifuoco, spari alle cisterne dell’acqua delle case, fino all’uccisione di un bambino di 10 anni, AHMAD ROUSA, durante un’occupazione pacifica. Il giorno del funerale di Ahmad c’è un’altra manifestazione in cui viene assassinato YOUSEF AMIREH 17 anni, con un colpo alla testa e nei giorni seguenti: ARAFAT KHAWAJA, 22 anni; MUHAMMED KHAWAJA, 18 anni; AQUIL SROUR, 36 anni. Cominciano i primi arresti dei leader dei vari Comitati di Resistenza, fra cui il padre di Saeed. Per questo motivo Saeed apre un blog, Support Ibrahim: http://supportibrahim.com/.

L’esercito israeliano sta usando in questi territori tipi di proiettili che esplodono al  momento dell’impatto, proibiti dalle leggi internazionali ed anche da quelle isreliane, candelotti lacrimogeni in grado di trapassare il muro delle abitazioni, pratiche di devastazione di case e campi coltivati. Con queste armi continua la sua opera di repressione contro le proteste pacifiche dei Palestinesi di Ni’lin, reclusi nel loro villaggio, circondati da filo spinato e da un muro di cemento, con un tunnel creato dagli israeliani all’entrata del paese e controllato da chekpoint. Nonostante tutto le manifestazioni continuano. Per avere maggiori informazioni sulla storia di Ni’lin: http://www.nilin-village.org/nilin/

Ni’lin, che è una Comunità agricola, ha perso un migliaio di alberi di olivo dall’inizio della costruzione del muro dell’apartheid, distrutti da bulldozz o bruciati. Abbiamo la possibilità di dare un aiuto concreto affinchè si possano ripiantare questi alberi. Un albero costa 7 euro e lo si può regalare alla Comunità di Ni’lin dal sito http://replantpalestine.org/. Sono già al 75% dell’obiettivo prefissato per il 2012.